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Progetto P.A.D.

Il progetto “Riprendiamoci il cuore” vede coinvolti, tra gli altri, l’Ipasvi, Cives e la Training site american heart association di Comiso.

Agenti della Polizia durante l'esercitazione praticaIl presidente del Collegio IPASVI di Ragusa, Gaetano Monsù, la consigliera Maria Iozzia e il presidente di Cives Ragusa, Giuseppe Occhipinti, hanno partecipato, in qualità di istruttori del Training site american heart association di Comiso (che gestisce la formazione del progetto Riprendiamoci il cuore), all’iniziativa tenutasi nei giorni scorsi alla Scuola regionale dello sport della Sicilia con sede a Ragusa.
In particolare, grazie alla quinta commissione consiliare del Comune capoluogo presieduta da Giovanni Di Mauro, al Training site american heart association e all’Asp, è stato possibile formare 80 tra agenti della polizia di Stato, agenti della polizia municipale e personale delle aziende e organizzazioni che hanno aderito al progetto sull’utilizzo di defibrillatori.

“L’arresto cardiorespiratorio improvviso – spiegano Monsù, Occhipinti e Biagio Turtula del Training site american heart association – è una delle principali cause di morte nei Paesi industrializzati, con stima di pazienti colpiti in Italia pari a 58.000 all’anno e cioè 156 al giorno (uno ogni 9 minuti). Inesorabilmente, ogni minuto che passa dal momento dell’insorgere dell’arresto cardiaco, si riduce del 10% la possibilità di sopravvivenza di un individuo e, quindi, dopo 10 minuti la possibilità di vita è ridotta a rarissimi casi. La morte improvvisa è dovuta, nella maggioranza dei casi, ad un’aritmia cardiaca chiamata fibrillazione ventricolare, che può anche essere il primo, e purtroppo fatale, sintomo di un problema di cuore. I meccanismi elettrici che regolano il battito cardiaco possono ad un certo punto ‘impazzire’ ed il cuore non è più in grado di pompare adeguatamente il sangue.Cerimonia della consegna dei defibrillatori 23 Aprile 2013 a Ragusa La persona colpita cade a terra incosciente e, se non si interviene nella maniera giusta, muore entro 10 minuti circa. L’unico modo per interrompere l’aritmia e quindi salvare la vita è quello di erogare, con un defibrillatore, una scarica elettrica sul torace in un lasso di tempo che è talmente breve da rendere inutili, nella maggior parte dei casi, i pur efficaci sistemi di emergenza presenti nel nostro Paese. Il successo del trattamento è quindi legato al tempo: abbiamo a disposizione pochi minuti per salvare una vita”.

L’obiettivo è anche quello di garantire, attraverso il progetto di defibrillazione precoce Riprendiamoci il cuore, interventi efficaci nei confronti dei cittadini. Le apparecchiature sono state dislocate in dieci siti e attraverso l’adeguata formazione dovrebbe essere possibile costituire una rete adatta su tutto il territorio comunale di Ragusa.
Da sinistra: Mario Devita, Antonino Ciavola, Giusy Campailla, Alessandro Vindigni, Giovanni DI Mauro, Salvatore Meli, Sabrina Egman, Roberto Frasca, Giuseppe Gammino, Gaetano Monsù, Biagio Turtula, Giuseppe Occhipinti Alla fase di formazione sono intervenuti anche il questore di Ragusa, Giuseppe Gammino, e il dirigente delle sezione Volanti, Antonino Ciavola.

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