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Lettera aperta al Direttore Generale ASP n. 7

Ragusa, 18 Luglio 2016

Al Direttore Generale ASP n. 7 Ragusa

e.p.c. Ai Sindacati

Viviamo costantemente sotto una cappa oppressiva che cerca in tutti i modi di soffocare la professione infermieristica relegandola ai margini della Sanità. Sembra che si voglia ignorare in tutti i modi che i professionisti infermieri partecipano attivamente e sono parte integrante il SSN e che nulla hanno in comune con altre categorie di professionisti sanitari se non il “fine” che è quello della salvaguardia della salute e della lotta alle malattie. Il ruolo dell’infermiere è unico nel campo dell’assistenza e le proprie competenze, che prevedono a breve anche un ampliamento , non sono delegabili ad altre figure. Gli infermieri subiscono attacchi anche da parte di chi non ha nessuna competenza in materia, i media vanno a nozze quando si parla di malasanità additando quasi sempre gli infermieri come responsabili di  “catastrofi sanitarie”, ignorando che in molte realtà siciliane manca una figura apicale infermieristica che li diriga e che la loro organizzazione è affidata ad “altri”. Questo e altro ancora rappresenta un quadro desolante e una realtà non certo felice per la nostra professione, ma viviamo le stesse problematiche, forse amplificate, anche nel ragusano. Si sta’ uccidendo e seppellendo quello che negli ultimi vent’anni stava portando a una certa modernizzazione della sanità. Un’organizzazione snella e funzionale che prevede figure apicali in grado di programmare, in termine di risorse umane e organizzazione di lavoro, le varie categorie professionali; tutto ciò non è uscito dal cilindro di un mago ma dettato da linee guida nazionali e regionali. Organizzare e programmare il lavoro degli infermieri dovrebbe essere compito di dirigenti infermieristici cosi come previsto. Più volte il Coordinamento Regionale Collegi IPASVI della Sicilia ha sensibilizzato l’Assessore Regionale alla Salute per far in modo che i Direttori Generali prevedessero ed istituissero presso le ASP che dirigono un’ U.O. Semplice delle professioni sanitarie, alcune delle ASP siciliane si sono adeguate mentre altre (tra le quali Ragusa) sembrano sorde a tale soluzione, forse si è preferito riservare un posto di dirigenza a qualche altro settore ritenuto “indispensabile”.

Alcune delibere non proprio felici (e non solo nella forma) dell’ASP n. 7 non fanno altro che acuire il malcontento della nostra categoria vedi, per esempio, la deliberazione N. 1223 avente come oggetto:

“Conferimento n. 37 incarichi a tempo determinato di operatore socio sanitario cat. BS”

anticipo che non ho nulla in contrario all’assunzione di 37 OSS anzi, ma sicuramente quello che si legge nella premessa appare a dir poco inquietante:

“Preso atto che le criticità rappresentate afferiscono principalmente alla attuale insufficiente dotazione di personale infermieristico che, di fatto, non consente di attuare, proprio per il personale infermieristico, una compiuta programmazione del periodo di ferie;”

Cosa c’entra la mancanza di personale infermieristico con l’assunzione di OSS? Si vuole intendere (almeno da quanto scritto) che tali figure vanno a sostituire gli infermieri che vanno in ferie? Come è possibile ciò?

E ancora si legge:

“Richiamata la nota della Direzione Generale prot. 201 del 25.05.2016 che, al fine di dar corso alle necessarie attività di ausilio da prestare in favore del personale infermieristico consentendo a quest’ultimo di poter correttamente fruire delle ferie estive, autorizza ad avviare le relative procedure di reclutamento per n. 35 unità di OSS per tre mesi decorrenza dal 16.06.2016 al 15.09.2016.”

Se tale figura (OSS) e ritenuta necessaria come ausilio da prestare in favore del personale infermieristico, perché la si ritiene indispensabile solo ORA in un periodo di particolare criticità inserendola, come il testo lascia presupporre, come figura vicariante dell’infermiere che va in ferie? Ahimè voglio solo presumere una infelice stesura della deliberazione fatta in fretta e non altro….

Un’altra riflessione riguarda il fatto che é stato pubblicato un avviso per la formulazione di una graduatoria in regime di urgenza per assumere infermieri a tempo determinato per la criticità estiva, che fine ha fatto…??? Mi si risponde che dato l’elevato numero di partecipanti risulta alquanto impossibile la formulazione di una graduatoria in tempi brevi, volete che vi citi esempi di altre ASP che gestiscono graduatorie con numeri ben più elevati di partecipanti…? Non mi risulta che vi sia un sottodimensionamento del personale amministrativo, anzi.

Voglio citare anche l’avviso fatto per il Laboratorio Analisi di Ragusa (non nuovo e ripetuto annualmente per quanto mi ricordi…) eseguire prelievi ematici (3 ore giornaliere) in regime di “straordinario” attingendo, in un periodo così particolare (estivo), al personale di altre U.O. che già soffrono per il sottodimensionamento e che non possono andare in ferie.

Per caso lo “straordinario” è diventato attività programmabile per il ruotinario? Mi sono perso qualche passaggio…? Si faccia allora la stessa cosa per permettere la fruizione delle ferie al personale infermieristico (due unità in ferie e due unità con straordinario programmato che li sostituiscono, semplice no!!?? Risolto il problema graduatoria e ferie estive).

A parte le ironie non credo che la soluzione della mancanza di personale infermieristico debba necessariamente passare attraverso un sovraccarico lavorativo, anche se remunerato, per chi già copre il proprio debito orario contrattuale (strada ottimale per un aumento dei rischi durante il lavoro).

Gli infermieri sono stanchi di sopportare il fardello di errori altrui, di vivere perennemente sotto stress con carichi di lavoro eccessivi, senza garanzie e tutele. Subiscono aggressioni verbali se non addirittura anche fisiche da parte di un’utenza ormai esasperata (a proposito come mai nei presidi ospedalieri di Vittoria e Modica è presente un “vigilante” nelle ore notturne mentre in quello di Ragusa no …? Il “vigilante” ad esso destinato sembra utilizzato per impedire atti vandalici presso il nuovo ospedale, forse attrezzature e strutture hanno più valore dell’incolumità di utenti e lavoratori, si potrebbe benissimo prevedere un altro “vigilante” per il Civile di Ragusa).

Anche i coordinatori infermieristici subiscono notevoli pressioni e mal digeriscono le imposizioni del “devi cuocerti con il tuo brodo…” far quadrare turnazione, permettere a tutti di usufruire delle ferie, di rispettare i dettami della legge in termini di riposo tra un turno e l’altro, gestire malattie e programmare formazione, congedi straordinari vari, rispettare standard di assistenza e qualità… questo e altro si pretende, ma si ignora che tutto ciò è solo attuabile con un numero equo di infermieri e non con personale surrogato o sovraccarico di orario lavorativo con rinuncia ai riposi spettanti.

L’ERRORRE E’ SEMPRE DIETRO L’ANGOLO E NEL NOSTRO CASO PARLIAMO DELLA SALUTE DELLE PERSONE E NON DI DELIBERE CHE SI POSSONO RISCRIVERE…..

Si legge in questo una disconnessione netta tra chi dirige e chi sta in “prima linea”, gli infermieri ringraziano se si pensa che siamo dei “supereroi”, ma ciò è solo materia di “fumetti” e non realtà, dentro la divisa di infermiere vi sono uomini e donne, padri e madri e ancora figli… insomma persone che come tutti in questa società hanno una vita privata (al di fuori del lavoro) e che hanno diritto di viverla come meglio gli aggrada.

E’ chiaro che queste mie dissertazioni riguardano solo una minima parte del complesso mondo  della sanità ragusana. Io credo che la soluzione stia nel coinvolgere i professionisti nelle problematiche specifiche e che tutte le organizzazioni istituzionali (sindacati, collegi, ordini, dirigenti e politici) debbano necessariamente fare un passo indietro abbandonando le proprie roccaforti confrontandosi con coloro che giornalmente vivono la realtà sanitaria ragusana.

Invito i sindacati tutti a prendere coscienza di una situazione ormai invivibile e trovare azioni comuni per risollevare le sorti di una sanità che necessita dell’impegno da parte di tutti, invito chi dirige a sentire quanto meno i problemi esistenti nell’attività lavorativa quotidiana e perché no ascoltare anche i bisogni dei cittadini che spesso dimentichiamo essere il nostro unico motivo di “esistenza lavorativa”.

Inviata via PEC

F.to
Gaetano Monsù
Presidente Collegio Provinciale IPASVI Ragusa.

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